Una proposta
Intervento di
olmo in data 07-04-2005
(cod. 351)
Provo a dare un mio contributo. Ovviamente aperto alle osservazioni di chiunque.
Virtuale. In fisica significa qualcosa “che è apparente”; in filosofia “che è potenzialmente vero”. E allora la domanda a cui dobbiamo rispondere è come ci immaginiamo che sia una città apparentemente vera? Che confini ha?
Per essere “apparentemente vera” non deve essere troppo lontana dal vero, altrimenti sarebbe una città “fantastica”, e la letteratura è piena di luoghi fantastici da imitare. Ma tutti, immagino, vogliamo una città originale, anzi unica nel suo genere e potenzialmente non imitabile. Quindi non deve essere fantastica e neppure troppo lontana dal vero, o quantomeno, deve contenere “luoghi” (concetti) noti, familiari, accoglienti, piacevoli, gradevoli, riposanti per i Cittadini di Janula. E per essere non imitabile dovrà essere molto incentrata sui suoi cittadini, che saranno “unici e irripetibili”. E questo è un primo paletto che può confinare la città virtuale.
Per essere “potenzialmente vera” deve essere realizzabile, credibile, non utopica, raggiungibile in un tempo anche lontano ma che non sia non infinito. Qualcosa che affascini insomma. Che affascini le persone “vere” che danno vita ai “virtuali” Cittadini di Janula, città “virtuale”, in modo tale che continueranno ad abitarla. E il desiderio di una persona vera, quando pensa di dar vita ad un “cittadino virtuale” non può che essere uno: dar vita a ciò che vorrebbe essere o che vuole tentare di essere, esprimere ciò che nella realtà teme di essere non gli è consentito essere, rimuovere le proprie frustrazioni. Il quanto dare questa possibilità costituisce il secondo paletto con cui confinare la città.
Per essere una città organizzata deve avere chi l’amministra, e sulle forme di organizzazione delle rappresentanza non mi dilungo. Sarà una discussione appassionante, quella che si potrà sviluppare. Chi l’affronterà dovrebbe tener conto degli obbiettivi da raggiungere. E questo sarà un altro paletto.
Inoltre per essere una città deve poter crescere, strutturalmente (luoghi), in offerta di servizi (comunicazione) e dovrà organizzare momenti di socializzazione in cui i suoi cittadini possano esprimere i loro talenti. Ma poiché sarà molto incentrata sui suoi cittadini, essa crescerà se saranno loro a crescere, e se chi la governa saprà creare occasioni di crescita. E questo è un ulteriore paletto di confine.
Infine deve avere regole, regole che evitino la prevaricazione, le furberie e quanto i cittadini vorranno tenere fuori dalla loro città. E deve avere chi le diffonde queste regole, educa al loro rispetto, ma anche le fa rispettare e sanziona. E questo è un altro paletto.
Cerchiamo di fare in modo che questa Città Virtuale sia un’occasione di crescita vera e di stimolo a migliorare. Chissà che non porti benefici anche alla vita reale. Insomma una sperimentazione sul campo, una simulazione di ciò che vorremmo che fosse.
Grazie per l’ospitalità.
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